Cistite. Un problema, soprattutto femminile, che in estate si aggrava.

Cistite. Un problema, soprattutto femminile, che in estate si aggrava.

La tendenza al fai-da-te

Una tendenza da assecondare per legge, almeno stando agli auspici di Kyle Knox del Nuffield Department of Primary Care and Health Sciences che poco tempo fa, sul British Medical Journal, ha caldeggiato la liberalizzazione degli antibiotici senza prescrizione medica per le donne con cistite: In un’epoca di sempre maggior autonomia dei pazienti e servizi sanitari in difficoltà, facilitare l’accesso a terapie semplici e poco rischiose potrebbe ridurre i tempi di attesa e i costi sostenuti dalle donne. Del resto la prescrizione obbligatoria non ha scoraggiato l’uso improprio degli antibiotici. Vero, ma in tempi in cui è finalmente chiaro il pericolo delle resistenze batteriche, conseguenza sempre più frequente dell’uso esagerato e spesso sconsiderato degli antibiotici, la posizione di Kyle Knox va decisamente controcorrente e fa discutere.

La scelta migliore

Soprattutto perché il fai da te è una grossa tentazione in caso di cistite, ma non sempre è la scelta migliore sebbene sia la più comune. Se avessimo i dati reali di vendita degli antibiotici impiegati per le cistiti semplici scopriremmo che il numero di donne che ne soffrono è forse il triplo di quanto pensiamo: tantissime si curano da sole. L’atteggiamento giusto però, per non fare errori e guarire presto e bene, è chiedere consiglio al medico osserva Elisabetta Costantini, docente della Clinica Urologica e Andrologica dell’Università di Perugia e membro della Società Italiana di Urologia. I sintomi si presentano spesso in modo acuto e violento, per cui il medico di famiglia è il primo cui bisogna rivolgersi per identificare il problema e avere la terapia, che prevede l’uso del giusto antibiotico, alla dose più opportuna e per il minor tempo possibile. Per questo sono ottimi i farmaci che possono essere dati una sola volta, limitando al massimo l’uso dell’antibiotico. Se la terapia è corretta e ben seguita in 24, massimo 48 ore, passa tutto.

L’utilità delle sostanze naturali

Tante donne optano per gli integratori a base di sostanze naturali, possono servire? In caso di cistite acuta, quando i batteri hanno risalito l’uretra e attaccato la parete della vescica, no: serve un antibiotico che li elimini risponde la specialista. Se il problema è un’irritazione o cistiti ricorrenti invece possono essere utili, perché nella maggior parte dei casi funzionano legandosi ai batteri che sono presenti normalmente nell’apparato urinario favorendone l’eliminazione: se si facilita l’uscita dei germi diventa meno probabile che possano risalire verso la vescica per dare un’infezione, perciò gli integratori si rivelano validi, per esempio, in chi sa di essere predisposta alla cistite in estate, la stagione in cui è più frequente perché si beve poco, si suda molto e quindi si urina di meno eliminando peggio i batteri.

Qualche consiglio

Le cistiti sono un problema molto più comune nelle donne rispetto agli uomini a causa della loro conformazione anatomica: l’uretra femminile è corta, per cui il passaggio di germi dalla vagina o dall’ano verso la vescica è facile. Le infezioni vaginali, i rapporti sessuali, la stitichezza che è molto più diffusa nelle donne e soprattutto l’abitudine a bere poco e trattenere la pipì sono tutti elementi che possono favorire la comparsa di cistite sottolinea l’urologa. Proprio per questo motivo l’acqua è la prima alleata durante un episodio acuto e per prevenirne altri: bere e urinare molto aiuta infatti a drenare i microrganismi e previene pure la stipsi. Altrettanto importante è una buona igiene intima, che però deve evitare il ricorso a detergenti aggressivi, che possano alterare la microflora batterica vaginale. Queste precauzioni possono aiutare anche a scongiurare una recidiva, ovvero la ricomparsa della cistite, che si verifica in genere entro un paio di settimane, di solito perché l’infezione non è stata curata a sufficienza o era particolarmente forte. Bere tanto, fare molta pipì e curare l’igiene è indispensabile poi per le donne che vanno incontro a cistiti ricorrenti, ovvero soffrono di più di tre episodi all’anno od oltre due entro sei mesi: in questi casi il medico di base non basta più ed è opportuno rivolgersi a un urologo o a un uroginecologo che oltre alla visita procederà a un’urinocoltura per identificare con precisione i germi responsabili.

Cistiti ricorrenti

Esiste una predisposizione individuale alle cistiti ricorrenti, forse dovuta, almeno in parte, al microbioma urinario, ovvero all’insieme delle specie di batteri che convivono con ciascuno di noi osserva ancora Costantini. Anche altri fattori possono poi incidere: in alcune donne le infezioni compaiono dopo aver mangiato determinati alimenti, oppure sempre dopo un rapporto sessuale od ogni volta che c’è stitichezza. Tutte le pazienti con cistiti ricorrenti però devono essere valutate dallo specialista, che oltre a dare consigli e terapie specifiche per il singolo caso deve escludere che il problema dipenda da altre malattie: se per esempio ci fosse un prolasso pelvico questo va trattato, altrimenti le cistiti continueranno a presentarsi regolarmente.

Antibiotici da usare bene per ridurre le resistenze

Gli antibiotici per la cistite sono parecchi, come si sceglie il più adatto? Proprio per non sbagliare è opportuno evitare il fai da te e chiedere aiuto al medico osserva l’urologa Elisabetta Costantini. Anche perché ormai dobbiamo tenere conto delle resistenze, che purtroppo sono ormai relativamente comuni e non vediamo più soltanto nelle pazienti in ospedale. In passato per esempio si usava il cotrimossazolo, ora oltre il 20% dei batteri è resistente e non lo prescriviamo più. Nel caso del singolo episodio di cistite la terapia è empirica, ovvero si dà in genere senza avere l’urinocoltura, per cui è importante che il medico non consigli un antibiotico per cui ci sono resistenze frequenti. Nel nostro Paese a oggi i chinolonici e la fosfomicina sono i più usati come prima scelta; fosfomicina, che ormai viene quasi considerata un disinfettante più che un antibiotico, si può prendere in un’unica somministrazione così come la prulifloxacina, mentre per altri chinolonici serve qualche dose in più. L’obiettivo è sempre usare i dosaggi e i tempi minimi che garantiscano l’eradicazione dei germi.

La rara forma interstiziale cronica

Da non confondere con la comune cistite è la più grave cistite interstiziale, una disfunzione cronica delle pareti pelviche, più frequente tra le donne, che rende difficile e continuo l’urinare. La malattia peggiora lentamente, ma comporta un deterioramento progressivo delle funzioni vescicali con ripercussioni pesanti sulla qualità della vita. Le cause non sono ancora del tutto chiarite. Possono contribuire a scatenarla un’infezione delle vie urinarie, un intervento chirurgico, una malattia virale, ma l’ipotesi più accreditata resta quella del progressivo indebolimento del rivestimento delle pareti vescicali che fa sì che le sostanze irritanti contenute nelle urine aggrediscano le pareti vescicali, innescando un’ infiammazione. Per curare questa forma di cistite servono sia farmaci che aiutano a riparare la mucosa vescicale, sia antinfiammatori che analgesici, antistaminici.